Superbonus 110: Terzo SAL bocciato, sempre più a rischio gli interventi 2023

Scontro nella Maggioranza, materia del contendere ancora una volta il Superbonus, la super agevolazione più discussa di tutti i tempi.

Per tutelare i cosiddetti “esodati”, i relatori della Manovra avevano previsto un terzo SAL, ovvero un ulteriore stato di avanzamento dei lavori. L’obiettivo era quello di tutelare i lavori ancora in essere dal taglio delle aliquote previsto per il 2024. Ma capiamo meglio come avrebbe funzionato questo intervento e quali sono le possibili alternative.

Terzo SAL, la proposta di emendamento

L’articolo 121 del decreto legge n. 34/2022 al comma 1-bis prevede che le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito possano essere esercitate: “in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori. Ai fini del presente comma, per gli interventi di cui all’articolo 119 gli stati di avanzamento dei lavori non possono essere più di due per ciascun intervento complessivo e ciascuno stato di avanzamento deve riferirsi ad almeno il 30 per cento del medesimo intervento.”

La legge prevede, quindi, due SAL intermedi prima della chiusura definitiva dei lavori, ognuno del 30 per cento, con l’ultimo del 40 per cento.

In previsione della scadenza del 31 dicembre 2023 per i condomini, i relatori della Manovra hanno previsto un terzo SAL straordinario a quella data.

L’onorevole Guido Liris (FdI) ha spiegato che si tratterebbe di un intervento non oneroso che “fissa la possibilità di arrivare ai primi 10 giorni di gennaio 2024 con tutta la documentazione per salvaguardare l’agevolazione sui lavori fatti entro fine anno”.

Un terzo SAL permetterebbe di mantenere un Superbonus con aliquota del 110% per tutte le fatture pagate entro il 31 dicembre 2023, ed emesse entro gennaio 2024, anche se l’intervento non è concluso.

Il MEF si oppone alle modifiche

Dal Ministero dell’Economia però è arrivato l’ennesimo diniego rispetto ad ogni forma di proroga della misura. Il MEF ha fatto sapere che “esclude e smentisce qualsiasi ipotesi di proroga del Superbonus circolata in queste ore e pubblicata da alcuni organi di stampa”. Il Governo non intenderebbe, quindi, mettere sul tavolo alcuna modifica rispetto alle regole già fissate.

Relativamente al Superbonus condomìni il Senato aveva già bocciato la proposta del Movimento 5 Stelle di prorogare fino al 30 giugno 2024 la misura (con aliquota al 31 dicembre 2023 del 110% o del 90%) se il SAL a fine anno fosse stato di almeno il 60%. Una richiesta sostenuta anche da Forza Italia.

L’idea, infatti, era quella di coprire l’intervento (stimato in 880 milioni di euro) con l’aumento della web tax dal 3% al 15%. Nonostante questo, e nonostante il terzo SAL non comporti alcun costo per il Governo, la porta agli emendamenti del testo sembra sbarrata.

I numeri del Superbonus

Per quanto riguarda la ricaduta economica del Superbonus, il Decreto Anticipi ha portato a 18,2 miliardi di euro le risorse destinate alla misura per il 2023. Si stima che la misura peserà sui bilanci dello Stato ancora per altri 135 miliardi di euro (circa 23 miliardi ogni anno).

Enea, intanto, ha pubblicato i dati aggiornati al 31 ottobre 2023, mostrando come gli interventi del Superbonus abbiano riguardato ben 438mila edifici. L’impatto della misura è stato quasi di 93,9 miliardi di euro (condomìni 84.757, per 54,4 miliardi di investimento), per un costo di oltre 83,8 miliardi di detrazioni fiscali. Gli investimenti ammessi a detrazione sono conclusi per l’82,9%, con al primo posto il virtuoso Trentino Alto-Adige.

Cosa succede dopo la bocciatura del MEF?

Qualora fosse confermata la bocciatura, dal 1° gennaio 2024 la percentuale per i lavori in condominio scenderà al 70% come da nuove disposizioni. In questo taglio all’aliquota rientreranno anche i lavori effettuati nel 2023 ma non ancora terminati.

Quali saranno le conseguenze? Intanto si rischia di generare una corsa alla conclusione dei lavori che potrebbe rappresentare un grosso rischio per la qualità e la sicurezza degli interventi. Non solo, si riaccenderebbe il contenzioso tra beneficiari e imprese, con danni per l’una e per l’altra parte.

Intanto la Legge di Bilancio votata al Senato passa alla Camera, per l’approvazione entro il 17 dicembre, se non ci saranno modifiche ci sarà ancora speranza per gli interventi Superbonus 2023? Resta il decreto Milleproroghe.

 

Articolo di Tiziana Troisi – Finanza Tech

pexels-sevenstorm-juhaszimrus-1292257jpg