Bollino blu e Decreto Asset: come cambia ancora il Superbonus 110%

Arriva l’ennesima novità sulla cessione del credito da bonus edilizi, si chiama “bollino blu” ed è una certificazione che il Fisco apporrebbe sui crediti fiscali da agevolazioni edilizie maturati prima del decreto antifrode Draghi.

I crediti verrebbero così validati prima di essere rimessi in commercio, con un’attestazione che rappresenta per gli acquirenti un’ulteriore garanzia. L’ Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza dovranno preventivamente effettuare una serie di controlli sui crediti e di verifiche sui documenti connessi.

Ma vediamo prima come è cambiato nel tempo il Superbonus 110% e come si arriva alla stretta del Governo Draghi.

Arriva il Superbonus 110%

È il 19 Maggio 2020 quando entra in vigore il Superbonus, regolato dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio).

Come sappiamo, l’agevolazione permette di detrarre al 110% le spese per interventi di efficientamento energetico e offre altre due opzioni:

· cedere il credito

· richiedere lo sconto in fattura.

Con la legge di Bilancio 2021, si estende l’ambito applicativo del Superbonusanche ai lavori eseguiti dall’unico proprietario dell’edificio e non più solo dai condomini.

Viene anche esteso il termine del 31 Dicembre fino a sei mesi, con la possibilità di completare gli interventi già iniziati nei sei mesi successivi.

Gli interventi del Governo Draghi

Il 13 febbraio 2021 si insedia il nuovo Governo Draghi ed emergono alcune criticità che avevano generato un aumento considerevole delle frodi:

· l’estensione a tutti i bonus edilizi delle opzioni di cessione o sconto in fattura, compresi quelli privi di sistemi di controllo come il bonus facciate e l’ecobonus ordinario.

· L’assenza di totale tracciabilità del flusso di cessioni.

Il Governo Draghi mette in campo diverse misure correttive come il Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto Antifrode 11 Novembre 2021) che estende il visto di conformità e l’asseverazione di congruità a tutti i bonus che utilizzano le opzioni alternative.

Non solo, sia nel caso di scelta dell’opzione sconto in fattura che in quella di cessione del credito, viene introdotto il divieto di successive cessioni.

Si prevede anche una norma transitoria per i crediti oggetto delle opzioni prima del 7 febbraio 2022 con la facoltà di cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, esclusivamente una volta.

Dalla singola cessione alla cessione multipla

Già nel gennaio 2022 nel Decreto Sostegni Ter ritorna la cessione multiplache entra in vigore a Marzo 2022. Questa volta viene disegnato un meccanismo in 3 passaggi. Due ulteriori cessioni dopo la prima per i crediti derivanti da sconto in fattura o cessione del credito, a patto che tali cessioni avvengano a favore di banche, intermediari finanziari e imprese di assicurazione autorizzate.

Questi crediti non potranno essere, in alcun caso, oggetto di cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate.

Il divieto entra in vigore a partire dalle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate dal 1° maggio 2022.

Al credito sarà attribuito un codice identificativo univoco, in tal modo ogni cessione sarà tracciabile.

Intanto cominciano a scarseggiare le materie prime e si assiste ad un evidente aumento dei prezzi. Il Governo interviene con ulteriori correttivi tra cui il Decreto Aiuti. Nel provvedimento si introduce una quarta cessione dei crediti da parte delle banche che potranno girare i crediti in eccesso ai titolari di partita iva. La norma ha effetto retroattivo.

Viene reintrodotta la cessione parziale a partire dai crediti maturati dal primo maggio, con la possibilità di cedere anche solo un’annualità.

Governo Meloni il blocco totale delle cessioni

Arriviamo così alle decisioni prese in materia dal Governo Meloni che, con il decreto Aiuti Quater, fa passare l’aliquota del Superbonus dal 110% al 90%con alcune eccezioni. I condomini e “i soggetti del terzo settore che esercitano servizi socio-sanitari e assistenziali” che avevano già deliberato i lavori, conservano la percentuale al 110% fino al 2025.

Si allungano i termini in caso di cessione dei crediti d’imposta legati al Superbonus, aumentando così la capienza fiscale del cessionario. Per i crediti d’imposta le cui comunicazioni di cessione o di sconto in fattura sono state inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022, diventa possibile ripartire l’utilizzo del credito residuo in 10 rate annuali.

Per quanto riguarda il numero massimo di cessioni, si stabilisce che dopo la prima cessione, il credito può essere ceduto per tre volte al massimo, nei confronti di soggetti qualificati come banche, intermediari e assicurazioni.

Arriva infine il Decreto Cessioni n. 11 del 2023 “Disposizioni in materia di cessione di crediti di imposta derivanti da agevolazioni fiscali per interventi edilizi”.

Con questa legge il Governo vieta alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura dal 17 febbraio 2023, quindi dal giorno immediatamente successivo. Si dà il via anche al divieto di optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito, restando quindi solo possibile portare in detrazione il beneficio.

Si consente di ripartire la “quota annuale di credito d’imposta residuo” in 10 rate annuali di pari importo, per agevolare i cessionari che non hanno la capienza per utilizzare il credito in compensazione con F24.

Questa possibilità può essere esercitata a condizione che i crediti d’imposta derivino dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2023.

A che punto siamo oggi

La detrazione resterà valida fino al 2025 con aliquote decrescenti, in particolare:

· 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023;

· 70% per quelle sostenute nel 2024;

· 65% per quelle sostenute nel 2025.

Resta prorogata fino al 31 dicembre 2023 la possibilità di completare i lavori sugli edifici unifamiliari e villette per chi ha già raggiunto il 30% dell’intervento complessivo al 30 settembre 2022.

L’attuale esecutivo si dice intanto contrario alla proroga della misura mentre resta nel “limbo” chi ha iniziato i lavori e non riuscirà a terminarli entro il 31 dicembre. Per questo è stato già proposto un emendamento che intende prorogare il 110% per i condomini che abbiano presentato un Sal di almeno il 30%.

Parliamo del Decreto Asset che contiene anche un articolo relativo alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate del mancato utilizzo del credito indiretto.

Entro il 9 ottobre 2023, il Parlamento dovrà convertirlo in Legge anche se è già ritenuto insufficiente per far fronte alle problematiche del blocco della cessione dei crediti edilizi e alla crisi dei cantieri.

 

Fonte: Tiziana Troisi - FinanzaTech

pexels-valentin-antonucci-860963jpg